Ulteriori elementi evidenziano che il Sars-cov2 proviene dal laboratorio di Wuhan.

Sono davvero tanti gli elementi che confermano l’ipotesi “proibita” dell’origine del Sars-cov2 . Ovvero: tutte le strade portano al famigerato laboratorio di Wuhan.

  • Ulteriore aggiornamento sulla questione che vogliono negare e nascondere. Tant’è che il video precedente ha dovuto scontrarsi con le azioni censorie di FB

Quindi passiamo a un vero e proprio dossier:

aggiornamento del 3 giugno 2021:

Perché si sta imponendo la tesi dell’origine artificiale del virus: i 6 fatti che portano ai laboratori di Wuhan

di Enzo Reale)**, del 3 Giu 2021, 03:58

La ricostruzione più completa, tutto quello che sappiamo ad oggi sull’ipotesi che la pandemia sia stata causata da un virus ingegnerizzato e poi fuoriuscito dai laboratori di Wuhan. Noi di Atlantico Quotidiano ce ne siamo occupati dall’inizio e gli elementi che abbiamo fin qui raccolto fanno propendere decisamente per questa ipotesi

Sono le domande che fanno la differenza: cosa si cerca, come lo si cerca, quando lo si cerca. La frase non è farina del mio sacco ma di quello di Fabrizio Gatti, giornalista de L’Espresso e autore del libro dedicato alle origini della pandemia “L’infinito errore”, uscito da poche settimane per La nave di Teseo. Ci farà da guida a tratti in questo riepilogo necessario di un anno vissuto pericolosamente e, troppo spesso, incoscientemente. Il problema è che sono proprio le domande più semplici, gli interrogativi più scontati, quelli che spesso non vengono formulati. Per pigrizia, per mancanza di interesse, per ragioni politiche e ideologiche. Quella dell’origine del Sars-CoV-2, il coronavirus di Wuhan, è la domanda chiave del nostro tempo. Ma, curiosamente, fino a poche settimane fa, non è stata formulata ufficialmente. Anzi, chi osava suggerirne la rilevanza, era trattato con la sufficienza che si riserva solo ai disgraziati che vivono in una dimensione parallela, fatta di complotti, cospirazioni e ossessioni. O a quelli che non si piegano alla verità inoppugnabile del Partito Comunista cinese e delle sue appendici mediatiche e politiche all’estero: gruppi di interesse, redazioni, think tanks….**

***https://www.atlanticoquotidiano.it/rubriche/perche-si-sta-imponendo-la-tesi-dellorigine-artificiale-del-virus-i-6-fatti-che-portano-ai-laboratori-di-wuhan/

https://www.atlanticoquotidiano.it/rubriche/coronavirus-da-laboratorio-lipotesi-proibita-si-arricchisce-di-nuovi-elementi/

Su Atlantico Quotidiano ci siamo occupati a più riprese di un tema che continua a risultare indigesto alla stampa mainstream italiana: la possibile fuoriuscita accidentale del coronavirus da uno dei laboratori di Wuhan.

Non l’abbiamo fatto per alimentare teorie complottiste (a nostro avviso le responsabilità cinesi nella pandemia globale sono in ogni caso di prim’ordine) ma semplicemente perché ci è parso fin da subito un filone degno della massima attenzione, in base a una considerazione di partenza dettata dal semplice buon senso: l’ipotesi che il Sars-CoV-2 abbia cominciato a diffondersi per cause naturali e indipendenti a pochi chilometri da uno dei più importanti centri di investigazione virologica del mondo, specializzato precisamente nello studio dei coronavirus, continua a sembrarci piuttosto difficile da accettare come un dogma. Stupisce la scarsa attenzione che sta ricevendo soprattutto in Europa la ricerca delle cause reali della pandemia, come se si trattasse di un mero esercizio di stile e non della principale garanzia di prevenzione di eventuali future emergenze sanitarie globali.

Va ricordato che nemmeno la missione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha visitato i luoghi dell’epidemia il mese scorso sotto stretta sorveglianza cinese, ha potuto escludere completamente l’ipotesi della fuga da laboratorio, limitandosi a sottolineare come in assenza di prove certe sull’origine del virus anche questa rimanesse un’opzione aperta.

Negli ultimi giorni della presidenza Trump il Dipartimento di Stato americano si è dimostrato specialmente assertivo sull’argomento, ribadendo la linea della responsabilità cinese nell’occultamento di informazioni rilevanti per la comunità scientifica internazionale. In un documento del 15 gennaio l’allora segretario di Stato Mike Pompeo faceva riferimento a tre aspetti principali non ancora chiariti dalle autorità di Pechino: la natura degli esperimenti realizzati all’interno del Wuhan Institute of Virology (WIV), destinati ad aumentare la potenza e la trasmissibilità dei coronavirus (gain of function); i progetti di collaborazione con le forze armate cinesi; le patologie di alcuni ricercatori del centro che presentavano già nell’autunno del 2019 sintomi compatibili con quello che pochi mesi dopo sarebbe stato conosciuto in tutto il mondo come Covid-19.

Su quest’ultimo punto è tornato ieri il quotidiano australiano The Australianconfermando la veracità di un’informazione su cui l’intelligence e il governo americani stanno lavorando da tempo: due mesi prima dell’annuncio ufficiale della scoperta del coronavirus di Wuhan, alcuni impiegati del WIV che lavoravano nella catena di sperimentazione erano stati ricoverati in ospedale dopo essersi sentiti male. La convalida di questo dato, sempre smentito dai responsabili cinesi del laboratorio ma indirettamente corroborato anche da un’inviata dell’OMS, Marion Koopmans, potrebbe cambiare totalmente la prospettiva fino ad oggi prevalente: se due mesi prima dell’inizio dell’epidemia si fossero davvero registrati nel WIV casi di malattia compatibili con il Covid-19, le probabilità che il contagio si sia originato proprio all’interno del laboratorio aumenterebbero in maniera esponenziale, anche in considerazione del fatto che attualmente non esiste nessuna origine alternativa dimostrabile con prove certe.

È verosimile che quando Pompeo dichiarò di essere in possesso di “enormous evidence” sulle responsabilità del laboratorio di Wuhan facesse riferimento, tra l’altro, a questi elementi di fatto, all’epoca ancora oggetto di studio ma attualmente dati per assodati da fonti dell’intelligence americana. Secondo David Asher, ex capo della task force del Dipartimento di Stato incaricata delle indagini sull’origine del coronavirus, il Sars-CoV-2 sarebbe emerso nel corso di esperimenti su vaccini da utilizzare come antidoto in caso di attacchi con armi biologiche. La ricerca sarebbe stata promossa e sovvenzionata direttamente dall’Esercito di Liberazione Popolare, il che dimostrerebbe la duplice funzione del WIV come installazione civile e militare allo stesso tempo.

I problemi di sicurezza dei laboratori cinesi sono da anni materia di discussione e fonte di preoccupazione negli Stati Uniti. Josh Rogin, giornalista del Washington Post che ha seguito fin dall’inizio la pista della fuga accidentale, ha rivelato recentemente che, già alla fine del 2017, un gruppo di esperti dell’ambasciata statunitense a Pechino visitò il WIV e raccolse le inquietudini di alcuni ricercatori cinesi sul livello di preparazione dei tecnici e sui protocolli di garanzia sanitaria: “Gli scienziati di Wuhan chiedevano supporto per portare il laboratorio ai massimi standard”, spiega Rogin, che aggiunge: “I diplomatici inviarono due dispacci a Washington (…) questi due punti – un gruppo di virus particolarmente pericolosi, studiati in un laboratorio con rilevanti problemi di sicurezza – erano da interpretarsi come un avvertimento su una potenziale emergenza di salute pubblica (…) Ma non ci fu risposta dalla sede del Dipartimento di Stato e i dispacci non vennero mai resi pubblici. E mentre le tensioni tra Stati Uniti e Cina aumentavano nel corso del 2018, i diplomatici americani persero la possibilità di accedere a laboratori come il WIV”.

Riassumendo: accumulazione di campioni di coronavirus nel Wuhan Institute of Virology; manipolazione degli stessi da parte di tecnici inesperti; standard di sicurezza insufficienti; processi di potenziamento dei virus trattati; possibili esperimenti per creare antidoti in caso di attacco biologico in collaborazione con le forze armate cinesi; ricercatori del laboratorio contagiati e ricoverati in ospedale due mesi prima dell’inizio ufficiale della pandemia; nessuna traccia di ospiti intermedi nel passaggio del virus dai pipistrelli all’uomo. C’è materiale sufficiente per continuare a occuparsene.

Puntate precedenti

https://www.atlanticoquotidiano.it/rubriche/coronavirus-da-laboratorio-lipotesi-proibita-si-arricchisce-di-nuovi-elementi

Infine non meno essenziale quanto il presidente dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. è un fantoccio nelle mani di #Hitler_XiJinping. Fin dall’inizio hanno mistificato e nascosto il Virus Cinese che in breve, da epidemia limitata al territorio cinese, è stata “esportata” diventando Pandemia mondiale con conseguenze devastanti per tutti!

https://www.ilsussidiario.net/news/trump-vs-oms-quegli-interessi-tra-etiopia-e-cina-che-coprono-le-menzogne-di-pechino/2010155/

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Perché si muore d’infarto dopo i vaccini?

Risponde il Primario Prof. Fabrizio Salvucci

Chirurgo Cardiologo, Direttore Sanitario Ticinello Cardiovascular & Metabolic, Presidente ASD Athletic Pavia, Presidente Insieme per Ruzira ONLUS

Bisogna fare l’esame sierologico prima di fare il vaccino, è una scelta che permette di evitare la maggior parte delle reazioni più violente” – il chirurgo cardiologo Fabrizio Salvucci spiega perche’ si possono registrare infarti dopo la somministrazione dei vaccini: “non e’ un problema di affidabilita’ del siero: e’ legato al fenomeno ‘ADE’. ovvero quando si ha riproduzione di anticorpi su un substrato che gli anticorpi li ha già. bisogna essere certi di non aver avuto un contatto con il virus, prima di fare il vaccino”

Perché si muore di infarto dopo i vaccini?

Non c’entrano nulla il vaccino AstraZeneca o quello Pfizer o altro. Bisogna essere molto attenti allo svilupparsi del fenomeno ADE. Si tratta di un’amplificazione infiammatoria della risposta derivata dagli anticorpi. Quindi un’infiammazione dovuta agli anticorpi aumentata in maniera esponenziale, ovvero quando si ha riproduzione di anticorpi su un substrato che gli anticorpi li ha già. In sintesi, se uno ha fatto il Covid, anche accorgendosene ma soprattutto i famosi asintomatici,  determina un’amplificazione della risposta anticorpale:

Il fenomeno ADE

ADE: Antibody-dependent Enhancement
https://www.med4.care/ade-antibody-dependent-enhancement/

Ed è per questo che molti professori, come il professor Maga (Pavia), il professor Galli (Sacco di Milano) e molti altri ancora stanno consigliando di fare prima l’esame sierologico. Bisogna essere certi di non aver avuto un contatto con il virus e di non avere anticorpi, altrimenti si rischia il fenomeno ADE. L’esito del sierologico quantitativo va attentamente visionato dal medico in caso di positività. I dosaggi immunologici, scrupolosamente valutati sui particolari valori delle immunoglobuline.

Il problema non è il vaccino, il problema è la faciloneria con cui il vaccino viene somministrato. Bisogna stare attenti, come in tutte le cose, bisogna guardare se qualcuno ha già fatto il Covid, sintomatico o asintomatico che sia.

Qualche giorno fa, da Perugia, un’infermiera che ho conosciuto mi stava dicendo che stava vivendo una situazione drammatica. Tantissime persone venivano ricoverate, stavano molto male e molte di queste erano vaccinate. Lei era sbalordita da questo fatto e mi chiedeva: “Dottore ma cosa sta succedendo?”. Semplice,  il fenomeno ADE determinato dalla condotta medica superficiale.

Diciamo che questo fenomeno sta diventando drammatico. Ribadisco: nessuna paura del vaccino, questa è una reazione di tutti i vaccini, bisogna solo stare attenti ad essere certi di non avere già gli anticorpi attraverso l’esame sierologico. Fare l’esame sierologico prima di fare il vaccino, è una scelta obbligatoria oltre che  intelligente e permette di evitare la maggior parte delle reazioni più violente che il vaccino stesso può determinare. Addirittura, in alcuni laboratori valutano gli anticorpi contro la proteina S1 e la proteina S2, ovvero gli anticorpi neutralizzanti che noi abbiamo nel nostro organismo.

Ripeto, bisogna fare il sierologico prima del vaccino, non è il vaccino il problema.

Il problema è la faciloneria e che alcune persone si permettono di dire a pazienti a cui non può venire inoculato il vaccino “non hai fatto il vaccino?!” oppure “come mai non fai il vaccino!”, come fossi un appestato..

Ho detto a questi pazienti che devono rispondere ai datori di lavoro: “Non faccio il vaccino perché mi è stato disposto dal medico. Non ne ero consapevole perché asintomatico, ma sono stato già contagiato o solo venuto in contatto con  il Sars-Cov-2. Ho nel mio sangue gli anticorpi specifici prodotti dal Covid-19, rischio il fenomeno ADE e  se mi iniettano il vaccino posso morire stroncato da un infarto o da embolia.

https://www.dagospia.com/rubrica-39/salute/ldquo-bisogna-fare-rsquo-esame-sierologico-prima-fare-vaccino-263817.htm

A completamento questo video del prof. Roy De Vita che ribadisce l’importanza della memoria anticorpale dopo una malattia virale e/o batterica e la vaccinazione.

Prof. Roy De Vita Primario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva
Istituto Nazionale dei Tumori di Roma “Regina Elena“

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Inequivocabile evidenza scientifica: il COVID-19 ha avuto origine in un laboratorio.

Nonostante gli esaustivi sforzi di ricerca internazionale, non è stata identificata una fonte naturale per il virus COVID-19, sia direttamente dai pipistrelli all’uomo che attraverso un ospite animale intermedio.

Dall’inizio della pandemia, il Partito Comunista Cinese, insieme al sostegno o all’acquiescenza della maggioranza della comunità scientifica occidentale, ha insistito sul fatto che il virus COVID-19 fosse una trasmissione naturale da animale a uomo.

Tuttavia, non ci sono ancora prove scientifiche convincenti che il virus COVID-19 abbia avuto origine da una fonte naturale, mentre le prove per un’origine di laboratorio sono ampie e in aumento.

(di Joe Hoft pubblicato il 20 febbraio 2021 alle 13:00 86 Commenti su Gateway Pundit su un guest post del colonnello Lawrence Sellin (in pensione)  

Alla fine, è semplicemente una questione se vuoi credere a una narrativa modellata da coloro che hanno interessi acquisiti o se vuoi credere ai fatti.

L’ingegneria genetica e le relative tecniche di laboratorio per produrre un virus come COVID-19 esistono da più di 20 anni.

Nel corso del tempo, quelle tecniche sono diventate solo più sofisticate, tanto che ora è impossibile distinguere tra un virus naturale e uno artificiale.

Il virus COVID-19 ha una serie di caratteristiche strutturali uniche che non possono essere spiegate come prodotti di un processo evolutivo naturale.

Tali anomalie influenzano principalmente il tasso di infettività straordinariamente alto del virus COVID-19 di +100.000.000 rispetto, ad esempio, agli 8.096 della prima pandemia di SARS del 2002-2004.

L’aumento dell’infettività è direttamente correlato alla maggiore capacità del virus COVID-19 di legarsi ed entrare nelle cellule umane, entrambi risultati ottenibili mediante manipolazione di laboratorio.

Il virus COVID-19 si lega alle cellule umane 10-20 volte meglio del virus SARS 2002-2004 (1,2).

Fin dall’inizio, il virus COVID-19 sembrava essere ben adattato (3,4) anche pre-adattato (5) per legarsi alle cellule umane.

Il virus COVID-19 non ha subito la stessa mutazione e adattamento all’uomo nel tempo del virus SARS 2002-2004, ma già dall’inizio somigliava alle infezioni da SARS in stadio avanzato, suggerendo un preadattamento (5).

Tale pre-adattamento per l’infezione umana può essere realizzato in laboratorio esponendo ripetutamente i coronavirus a topi geneticamente modificati che hanno il recettore umano, un processo noto come passaggio seriale.

Dal 2007, gli scienziati cinesi hanno utilizzato modelli murini umanizzati per sperimentare i coronavirus a partire dal virus SARS 2002-2004 (6).

La seconda caratteristica unica del virus COVID-19 che influisce sull’infettività è la presenza di un sito di scissione polibasica della furina, una struttura che facilita la fusione della membrana tra il virus e le cellule umane.

Il sito di scissione polibasica della furina è essenziale per l’infezione umana (7) ed è una struttura nota agli scienziati cinesi per migliorare anche la patogenicità (8), ma una struttura non trovata in nessun coronavirus di pipistrello strettamente correlato al virus COVID-19 (7).

L’esclusivo inserimento del sito di scissione polibasica del virus COVID-19 è una breve sequenza di amminoacidi, prolina-arginina-arginina-alanina o “PRRA”.

La combinazione di nucleotidi genomici che codifica per le due arginine articolari (RR), una doppia sequenza citosina-guanina-guanina o CGG-CGG è estremamente rara, essendo l’unico esempio di essa nell’intero genoma virale COVID-19 (9).

Inoltre, anche la presenza dell’amminoacido prolina strutturalmente rigida nell’inserto PRRA è insolita. Fa sì che il sito di scissione polibasica della furina sporga dalla struttura circostante rendendolo più accessibile agli enzimi sulla superficie delle cellule umane, facilitando così l’ingresso del virus.

Insieme alla struttura circostante, l’inserimento di una prolina rigida potrebbe aumentare l’antigenicità, facilitando lo sviluppo del vaccino, ma tale caratteristica non è vantaggiosa per un virus in evoluzione naturale.

Nel 2004, alla fine della prima pandemia di SARS, è stato depositato un brevetto statunitense, intitolato “Inserimento di siti di clivaggio della proteasi della furina nelle proteine ​​di membrana e loro utilizzo” che descriveva come i siti di scissione polibasica della furina potevano essere inseriti artificialmente nei virus.

Durante i 17 anni da quando quel brevetto è stato depositato, è stato citato solo 23 volte, una delle quali è stata dagli scienziati addestrati dall’Esercito popolare di liberazione cinese Shibo Jiang e Shuwen Liu, che, nel 2013, stavano inserendo artificialmente siti di scissione polibasica di furina in esperimenti che coinvolgono virus (10).

Shibo Jiang, Shuwen Liu ei loro colleghi cinesi, molti dei quali hanno legami con l’Esercito popolare di liberazione e l’Istituto di virologia di Wuhan, diventerebbero i principali attori nella ricerca sul coronavirus che ha portato alla pandemia COVID-19.

Ho fornito solo le anomalie più evidenti, ma ci sono molti più esempi che indicano che il virus COVID-19 è stato creato in un laboratorio.

Dopo la prima pandemia di SARS, gli scienziati hanno tentato di prevedere l’emergere di future epidemie sperimentando le caratteristiche strutturali dei coronavirus dei pipistrelli, inclusa l’ingegneria genetica.

Si sperava che tali esperimenti potessero fornire informazioni su come si evolve la trasmissione da animale a uomo e, quindi, essere meglio preparati a prevenire una pandemia disponendo di piattaforme per una rapida diagnosi, trattamento e sviluppo di vaccini.

Invece, la manipolazione di laboratorio dei coronavirus ha effettivamente portato a un’accelerazione artificiale dell’evoluzione e all’emergere di un patogeno del tutto unico e più infettivo, il cui sviluppo può essere documentato nella cronologia degli articoli scientifici pubblicati tra la prima pandemia di SARS e l’inizio del COVID 19.

Sulla base delle prove scientifiche disponibili, il virus COVID-19 era il prodotto della ricerca sul “guadagno di funzionalità”, non una trasmissione naturale da un ospite animale all’uomo.

La ricerca per guadagno di funzione è definita come quando un virus presente in natura viene manipolato geneticamente o in altro modo per renderlo più contagioso, più letale o entrambi.

Ci sono solo due ragioni per condurre una ricerca sul guadagno della funzione, (a) comprendere le caratteristiche strutturali e le azioni di un virus per creare un vaccino in previsione di una potenziale epidemia o (b) creare un’arma biologica, o entrambi.

È molto probabile che la Cina stesse conducendo lo sviluppo parallelo di un unico agente patogeno del coronavirus geneticamente modificato e di un vaccino per trattarlo.

Uno di questi approcci è stato lo sviluppo di vaccini vivi attenuati come quelli usati per le malattie infantili morbillo, parotite, rosolia e varicella, in cui viene prodotta una forma indebolita o “attenuata” del virus che causa la malattia.

Poiché i vaccini vivi attenuati sono così simili alle infezioni naturali da aiutare a prevenire, può essere prodotta una risposta immunitaria forte e duratura, anche per tutta la vita.

In un articolo scientifico del 2018 (11), il dottor Ralph Baric dell’Università della Carolina del Nord, collaboratore di lunga data del Wuhan Institute of Virology, ha offerto una strategia per lo sviluppo di un vaccino vivo attenuato ad ampio spettro per i coronavirus .

Baric ha anche identificato il pericolo intrinseco dei vaccini con virus vivi attenuati, che hanno dimostrato di tornare al loro stato patogeno originale dopo la somministrazione a un ricevente.

L’Esercito popolare cinese di liberazione ha riconosciuto i vantaggi dei vaccini COVID-19 vivi attenuati per il rapido sviluppo e l’induzione di risposte immunitarie elevate (12).

In due dei miei articoli (13,14), ho citato prove a sostegno dell’argomento secondo cui il virus COVID-19 ha avuto origine in connessione con il programma di sviluppo del vaccino cinese, in cui, o il virus stesso è trapelato o un virus attenuato vivo è tornato alla sua mortalità forma dopo la vaccinazione umana ed è scappato dal contenimento del laboratorio o da un’altra struttura controllata.

Lawrence Sellin, Ph.D. è in pensione da una carriera internazionale nel campo degli affari e della ricerca medica con 29 anni di servizio nella Riserva dell’esercito degli Stati Uniti e un veterano dell’Afghanistan e dell’Iraq. La sua email è lawrence.sellin@gmail.com

Fonti indicate sopra:

(1) Khatri I, Staal FJT, van Dongen JJM. Il blocco della sinapsi di interazione ad alta affinità tra il picco di SARS-CoV-2 e le proteine ​​umane ACE2 probabilmente richiede più anticorpi ad alta affinità: una prospettiva immunitaria. Immunol anteriore. 2020; 11 (settembre): 1-9. doi: 10.3389 / fimmu.2020.570018
(2) D’Amico F, Baumgart DC, Danese S, Peyrin-Biroulet L. Diarrea durante l’infezione COVID-19: patogenesi, epidemiologia, prevenzione e gestione. Clin Gastroenterol Hepatol. 2020 luglio; 18 (8): 1663-1672. doi: 10.1016 / j.cgh.2020.04.001. Epub 2020 8 aprile. PMID: 32278065; PMCID: PMC7141637.
(3) Sakshi Piplani, Puneet Kumar Singh, David A. Winkler, Nikolai Petrovsky. Confronto in silico delle affinità di legame della proteina spike-ACE2 tra le specie; significato per la possibile origine del virus SARS-CoV-2. arXiv: 2005.06199
(4) Delgado Blanco J, Hernandez-Alias ​​X, Cianferoni D, Serrano L. La mutagenesi in silico di ACE2 umano con proteina S e l’efficienza traslazionale spiegano l’infettività SARS-CoV-2 in diverse specie. PLOS Comput Biol. 2020; 16 (12): e1008450. doi: 10.1371 / journal.pcbi.1008450
(5) Zhan SH, Deverman B, Chan YA. SARS-CoV-2 è ben adattato per gli esseri umani. Cosa significa questo per il riemergere? Pubblicato online 2020: 1-28. doi: 10.1101 / 2020.05.01.073262
(6) Yang, Xiu-hong; Deng, Wei; Tong, Zan; Liu, Yan-xia; Zhang, Lian-feng; Zhu, Hua; Gao, Hong; Huang, Lan; Liu, Ya-li; Ma, Chun-mei; Xu, Yan-feng; Ding, Ming-xiao; Deng, Hong-kui; Qin, Chuan. I topi transgenici per l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina umana forniscono un modello per l’infezione da coronavirus SARS. Medicina comparata, volume 57, numero 5, ottobre 2007, pagg. 450-459 (10).
(7) Markus Hoffmann, Hannah Kleine-Weber, Stefan Pöhlmann. Un sito di scissione multibasico nella proteina spike di SARS-CoV-2 è essenziale per l’infezione delle cellule polmonari umane. Molecular Cell, volume 78, numero 4 2020, pagine 779-784.
(8) Cheng J, Zhao Y, Xu G, Zhang K, Jia W, Sun Y, Zhao J, Xue J, Hu Y, Zhang G. La subunità S2 della proteina del picco del coronavirus della bronchite infettiva di tipo QX è un determinante essenziale di Neurotropismo. Virus. 22 ottobre 2019; 11 (10): 972. doi: 10.3390 / v11100972.
(9) Segreto R, Deigin Y. La struttura genetica di SARS-CoV-2 non esclude un’origine di laboratorio: la struttura chimerica di SARS-COV-2 e il sito di scissione della furina potrebbero essere il risultato di una manipolazione genetica. Bioessays. 2021 marzo; 43 (3): e2000240. doi: 10.1002 / bies.202000240
(10) Zhou Y, Wang J, Zhou I, Lou H, Li CZ, et al. (2013) Espressione simultanea di anticorpi visualizzati e secreti per lo screening degli anticorpi. PLoS ONE 8 (11): e80005. doi: 10.1371 / journal.pone.0080005
(11) Menachery VD, Gralinski LE, Mitchell HD, Deinnon KH, III, Leist SR, Yount BL, Jr, McAnarney ET, Graham RL, Waters KM, Baric RS. 2018. L’attenuazione combinata offre una strategia per i vaccini contro il coronavirus vivo attenuato. J Virol 92: e00710-18. https://doi.org/10.1128/JVI.00710-18.
(12) Shang, W., Yang, Y., Rao, Y. et al. Lo scoppio della polmonite SARS-CoV-2 richiede vaccini virali. npj Vaccines 5, 18 (2020). https://doi.org/10.1038/s41541-020-0170-0
(13) Sellin, Lawrence. La pandemia di COVID-19 è un caso di ricerca sui vaccini andato storto? Commissione dei cittadini per la sicurezza nazionale. 1 ottobre 2020.
(14) Sellin, Lawrence. L’élite scientifica globale sta cercando di seppellire la verità sull’origine del COVID-19? Commissione dei cittadini per la sicurezza nazionale. 4 ottobre 2020.

Infine gli ultimi aggiornamenti sui vaccini e la vaccinazione in Italia, dal prof. Matteo Bassetti intervistato da Nicola Porro.

00:00 Cosa sono le varianti?

06:45 La variante inglese è così pericolosa come pare dal racconto dei media?

10:05 Quali sono i sintomi della variante inglese?

11:05 Come mai ci si infetta anche col vaccino?

15:15 Perché gli infermieri non posso vaccinare?

16:20 Gli asintomatici quanto sono contagiosi?

17:05 L’influenza è scomparsa?

17:45 Quanto solo migliorate le cure del Covid rispetto allo scorso marzo?

19:48 Tutte le regioni hanno il registro vaccinale digitalizzato?

21:05 Chi ha avuto il Covid , deve fare lo stesso il vaccino?

22:45 Perché molti virologi insistono per il lockdown?

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